La mia collega si è chiusa in bagno per litigare con suo marito al telefono. Sta urlando e si sente tutto ciò che dice lo stesso.
Le vorrei chiedere di calmarsi, di mettere il vivavoce così ascoltiamo anche la controparte.
Trovo che sia un bellissimo gesto d’amore quando qualcuno ti prepara la macchinetta del caffè la sera per fartela trovare già pronta la mattina.
E infatti l’ho preparata, così domani devo solo accenderla.
Avete notato che le persone non hanno più voglia di curare i rapporti, cogliere le occasioni, le emozioni? Hanno solo voglia di mandare a fanculo tutto e tutti.
Vi auguro di non restare prigionieri delle vostre abitudini che, a volte, sono anche persone. Uscite dalla vostra confort zone, mangiatevi le emozioni. E ricordatevi che “i treni non passano per casa, bisogna andare in stazione”.
Sono chiusa in camera in quarantena preventiva. Lei si sta occupando di tutto, lava, cucina...l’ho sentita dire al telefono “ora sono io che mi occuperò di lei per una volta”. Sorrido e penso di aver fatto davvero un ottimo (capo)lavoro, a parte la bellezza.
Ecco il mio orgoglio
per strada ho sentito una specie di signora dire ad un'altra: "io non li sopporto i cani, li affogherei".
L'ho affiancata, e non ce l'ho fatta a trattenermi dal dirle: ma io affogherei te, guarda.
Da quando mio padre non c’è più, mi isolo, sono fredda con gli altri, scostante, scortese. Persone che non sanno, mi danno dell’antipatica.
Non sono antipatica, sono triste.
“Sono stata fiera di te al mio fianco, come si è fieri del proprio re, e sposa e martire di questa tua scelta”.
L’ho rivisto, per caso. Si rammenta ogni parola. Come di tutti i momenti. Aveva gli occhi pieni di rimpianto. Qui per dirvi che noi siamo ciò che lasciamo negli altri.
Uno in chat mi ha scritto “vedo che hai una corazza, ma io te la toglierò. Vedo dell’altro in te, saprò farti aprire...”
Mi avrà preso per una scatoletta di tonno.